
L’Ossigeno è l’elemento più abbondante e più diffuso in natura: allo stato libero è contenuto nell’aria (20,95% del volume o 23,14% della massa), combinato si trova nell’acqua (88,8% in massa) e costituisce circa il 27% della crosta terrestre.
E’ uno degli elementi fondamentali nella costituzione degli organismi viventi. È utilizzato dagli organismi aerobi come accettore finale di elettroni nella catena respiratoria (meccanismo della fosforilazione). A causa della sua struttura elettronica l’Ossigeno può subire una riduzione parziale dando così luogo allo ione radicalico superossido O2− da cui si possono generare altre specie radicaliche dotate di elevata tossicità.
Anche nel caso dell’Ossigeno, che viene introdotto essenzialmente tramite la respirazione, ci troviamo di fronte ad un elemento indispensabile come comburente nelle reazioni biochimiche che avvengono nell’organismo vivente.
Succede però che in determinate condizioni, come abbiamo visto sopra, esso può diventare un fattore altamente patogenico quando i Radicali liberi, che in condizioni di equilibrio assolvono a molte funzioni fondamentali dell’organismo, sfuggono all’autoregolazione propria dell’organismo sano e, moltiplicandosi a dismisura quando trovano un terreno favorevole, diventano uno dei meccanismi di danno cellulare più importante.
I Radicali Liberi sono molecole altamente instabili e particolarmente reattive. Essi reagiscono facilmente con una qualsiasi molecola si trovi in loro prossimità (carboidrati, lipidi, proteine, acidi nucleici) danneggiandola e spesso compromettendone la funzione. Inoltre, reagendo con altre molecole, hanno la capacità di automoltiplicarsi, trasformando i loro bersagli in radicali liberi e scatenando così reazioni a catena che possono provocare estesi danni nella cellula e, di conseguenza, nei tessuti. In condizioni normali, ciascuna cellula produce radicali liberi tramite vari processi, come reazioni enzimatiche, fosforilazione ossidativa, difesa immunitaria (granulociti neutrofili e macrofagi). Queste piccole quantità sono tollerate dall’organismo e vengono inattivate da sistemi enzimatici come il glutatione ed altri antiossidanti detti scavenger per la loro capacità di neutralizzare i radicali liberi.
Qualora la produzione di radicali liberi diventi eccessiva, si genera uno stato di malessere più o meno grave chiamato Stress Ossidativo. I sistemi enzimatici e gli antiossidanti intracellulari non riescono più a far fronte alla sovrapproduzione e i radicali liberi generano danno cellulare che può essere sia reversibile, in tal caso la cellula torna alle condizioni normali, o irreversibile, con conseguente morte cellulare per apoptosi o per necrosi.
Lo stress ossidativo è imputato quale causa o concausa di patologie quali il cancro, l’invecchiamento cellulare generale, malattie cardiovascolari e malattie neurodegenerative, psoriasi, osteoporosi, vitiligine ed altre.
In questi casi, prima che le conseguenze divengano irreversibili, è opportuno intervenire eliminando le cause dello stress (soprattutto stile di vita e comportamenti scorretti, come esposizione prolungata ai raggi solari senza filtri protettivi, esposizione a radiazioni ionizzanti, fumo di sigaretta, disordini alimentari, dieta povera di frutta e verdura, patologie metaboliche, predisposizione genetica, abuso di alcol, eccessiva attività fisica, esposizione a sostanze chimiche ecc.), variando opportunamente l’alimentazione e ricorrendo a presidi di integrazione con funzione antiradicalica, protettiva della membrana cellulare, drenante ed anti age.